giovedì 27 ottobre 2011

Secondi pensieri - (79)

zeulig

Amore - È illusorio. È per questo duro: : indurre l’illusione è la violenza più cattiva, fredda. È questo il versante odioso dell’amore, non l’ha inventato Freud – è come il rovescio d’un tessuto, dice Lou Salomé.
La violenza è reale nell’egoismo totale del partner malato, e più nell’ipocondriaco, che non ne oblitera la bellezza e anzi la esalta, sebbene mostruosa, volutamente cattiva, con costanza, nell’amore.

“È certo che al mondo nulla è necessario agli uomini quanto l’amore” era, ed è sempre, il Werther di Goethe. Non è vero. Ma è vero che l’amore è sacrificale. In fondo amare è volere l’amore, sia esso distruttivo: un’autoproiezione e una forma di autosoddisfazione.

Non incontrarsi, non riconoscersi, è questa la dannazione, e la vera morte. In una persona, in una causa, in una memoria. L’amore si definisce anch’esso per il suo inverso, la sua mancanza.

Angeli - Sono la prima difesa apotropaica, della casa e la persona. E sono onniveggenti, possono vedere da tutte le parti senza bisogno di voltarsi.
L’angelo custode è la videosorveglianza totale, senza rischi-possibilità di black-out – da qui la pesantezza della coscienza, sovraccaricata?

Angoscia – Nell’abbondanza, di merci e di senso, va di pari passo col desiderio – nella teoria dei bisogni. Sicché l’ansia viene dal possesso di due automobili. O dalla residenza nel principato oltreconfine, o alle Caymane. In questo senso l’io è morto, se prima esisteva.

Eccellenza - Ágona è la linea dei punti della superficie terrestre nei quali la declinazione magnetica è nulla. Non dev’essere rettilinea, ma intersecare col meridiano magnetico il meridiano geografico. La concentrazione di eccellenze nei due-tre secoli greci si deve allo spirito agonale: è il confronto costante che le affina. È l’Ur-Phänomenon di Goethe, qualcosa che s’incontra, del mondo reale, quindi, o delle apparenze, in cui la parola e la cosa coincidono.

Globalizzazione – Si può intenderla come il nuovo umanesimo. È una dimensione dello spirito, oltre che della storia (economia, politica). Che raggiunge, al fondo, l’umanesimo. La rilettura del senso e della storia alla luce dell’autonomia politica che l’Italia raggiungeva nei confronti del papato e dell’impero – dell’idea di unità. Grazie alla libertà, o autonomia di iniziativa, fino all’avventura. La parola è caricata del senso opposto, mentre ne è invece l’esatta riproduzione, cinque secoli dopo, su scala mondiale e non più europea. Globalizzazione è infatti libero scambio, ma come rete aperta e non monopolistica. Di merci e di senso – di cultura.

Grazia - L’uomo senza grazia è irresponsabile: lo dice Sade, ma già Lutero.

Libertà – È nella cecità, se non nel mutismo, che si acquistava in antico la parresia, la libertà di dire ciò che si vuole. L’uomo di vetro di Cervantes ottenne di parlare grazie alla sua follia, poté parlare pochissimo da savio.
Lo straniero di Camus risponde alle domande, invece di aggredire la vita. Questo è a sua volta insensato, perché, non essendo Socrate, che risposte può dare? In questo caso si vincola, si direbbe, a una sorta di mutismo.

Psicanalisi – Un monumento vasto, imponente anche, ma conglomerato, di pezzi e pecette messi insieme da Freud, con la nota determinazione. Il suo pilastro, l’“Edipo” o assassinio del padre, è fantasioso. E le sue derivazioni si sbriciolano a ogni colpo, anche maldestro. La sua forza è la capacità di suggestione: è quindi antiscientifica, oltre che poco attinente alla verità – un “mito dei miti”, come disse Wittgenstein nella conversazione che fa da appendice alle “Lezioni”.

Resurrezione – Era la “teologia” essenziale di papa Giovanni Paolo II, ed è la chiave del perdurante “successo” del cristianesimo. Il cristianesimo è una religione della resurrezione, e per questo della realtà – fra tutte a essa la più vicina. Si muore nella vita più volte, una delle quali non si rinasce.

Ricerca - Secondo Galileo chi cerca deve far lavorare la fantasia.

Secolarizzazione – Freud, prima di fare della religione la causa delle nevrosi, nel “Disagio della civiltà” del 1929 dopo “L’avvenire di un’illusione” del 1927, e specialmente della religione monoteista, e dell’ebraismo più che del cristianesimo, aveva legato nel 1909, in “Morale sessuale e le malattie nervose moderne”, l’avvento della nevrosi all’indebolimento della religione. È vera – può essere vera - l’una e l’altra ipotesi, non c’è rapporto causativo. Oggi, in epoca di secolarizzazione, è vero la seconda, cioè la prima.
In assenza della religione, il senso della crisi oggi opprimente sarebbe una depressione che si curasse moltiplicando il contagio.

“Ogni bellezza eccita alla generazione”, direbbe Nietzsche, e dunque, nella demografia sterile, latita la bellezza. Cioè il dio che lui vuole morto.

Segreto - Ogni cosa certo ha un segreto. I nomi stessi, le parole dette sono segreti che ognuno dà all’altro. A volte non nascondono nulla.

zeulig@antiit.eu

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