C’è Monti e le cattive notizie passano in pagina interna. Anche se drammatiche: il Btp che ormai paga l’8 per cento, e lo spread sui titoli tedesche costantemente sopra i 500 punti, dopo aver sfiorato i 700…. Mentre in Borsa milioni di italiani si vedono azzerati interi patrimoni, ora con costanza, non più a giorni alterni. Il terremoto non c’è, basta che non se ne parli? È la divisa dei grandi giornali, i giornali dei grandi banchieri e affaristi.
O c’è la censura? Magari interiorizzata, una sorta di centralismo democratico divenuto riflesso condizionato. Qui non si tratta di pool, di giornalisti che per non sbagliare dicono concordi la stessa cosa, cattivo vezzo del giornalismo italiano. Questa è la famosa “linea”: fare quello che dice il direttore. L’euro non è più a rischio, l’Italia non si sta strafogando al laccio tirato dalla Germania, l’Ue non è impotente e forse già dissolta.
Anche a Strasburgo, dove pure Monti ha avviato una politica importante, si è fatto solo colore. Facendo dire alla cancelliera Merkel “impressionanti” le riforme italiane. Quali? Quelle dei tre pacchetti Berlusconi….
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