venerdì 25 novembre 2011

L’epoca è comica - ma solo Fiorello lo sa

L’epoca è comica. Stanlio e Ollio governano l’Europa. Il petrolio scende, la benzina sale. La stampante è regalata, la cartuccia costa una cifra. Si mangia precotto, pagando il doppio. All’insegna della velocità, computer, telefono, treni, aerei, ma senza tempo per niente. Della comunicazione, che non comunica nulla se non la confusione - anche all’università, un business dell’ignoranza. Della libertà.
Questo è un capitolo che gronda anche sangue, purtroppo. La tecnica che ci libera, e ci tiene incollati al video, al telefono. Per niente. A costi da capogiro. La privacy, un cappio da vocabolari a corpo 6 e dozzine di firme per esteso. Pure sulla carta igienica. Mentre ogni motore di ricerca sa tutto di noi, e ognuno di noi si ritrova in mailing list d’ogni specie, dalla beneficenza al jogging. Senza riparo. O il mercato libero quest’anno del gas e della luce, dopo quello del telefono, che è una persecuzione e un’esazione: la libertà per gli affaristi di praticare tariffe esponenziali. Garantiti da sontuose Autorità, che l’utente deve mantenere. Un comico, come si vede, per nulla da ridere, ma è così quando comica è la realtà e non il teatro.
Fa parte del comico dell’epoca anche la comicità. Che non è (più) da farsa, Fo, Parenti, Durano, il Fo grammelot - come si sarebbero divertiti col duo Merkel-Sarkozy, di profilo, come amano effigiarsi, e di faccia, quando si baciano, quando dicono, seri, i loro nonsense. Né da teatro dell’assurdo – Adamov, Ionesco, Frassica. Il comico è dei funzionari di partito, gli insipidi Fazio, Santoro, Floris, coi loro guitti di batteria, Litizzetto, Crozza, Vauro. Che non fanno nemmeno barzellette su Berlusconi – le barzellette sul barzellettiere, ottimo filone sarebbe – ma invettive modeste, regolamentari. Fedelmente applauditi dai cinque milioni di indefettibili del Partito che ogni sera assicurano lo share.
Fiorello, l’unico che fa ancora il comico del comico (la dittatura del telefonino, lo stiracapelli monopolista) è l’ultimo rifugio dei telespettatori sbandati. Pagato il suo tributo ai filosofi del teleschermo con le barzellette su Berlusconi, diverte infine i non inquadrati con ottima musica, e la comicità reale.

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