Di che stiamo parlando? Il debito pubblico non è l’unica determinante dei mercati. E anzi si può dire vittima – nel caso dell’Italia – di un insieme di altri condizionamenti, di cui lo spread Btp-Bund è la misura, più che un indice di colpa o debolezza dell’Italia.
L’ultimo rapporto semestrale del Fondo Monetario Internazionale sulla “Stabilità finanziaria globale” sintetizza tutti questi fattori – tredici in tutto - nella sua prima tabella, a p. 5. “Indebitamento e solvibilità in alcune economie avanzate”. Incasellandoli di verde se sono nella norma, di giallo se eccedentari, di rosso se a rischio. L’Italia ha più caselle verdi di tutti (dopo il Canada), alla pari con gli Usa. Ha un avanzo primario di bilancio, un debito contenuto delle famiglie, lordo e netto, un buon rapporto attivo\capitale delle banche, e un ragionevole indebitamento lordo all’estero. Quanto alle caselle rosse, ne ha cinque, meno che la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo, evidentemente, ma meno anche della Spagna (sei), della Francia (sette), del Giappone (sette). Alla pari col Belgio, che però ha il rosso su voci più insidiose: le banche, il debito estero, i debiti delle aziende. Il punto debole dell’Italia, dopo l’indebitamento, al lordo e al netto, è la parte del debito pubblico detenuta all’estero: era il 51 per cento tre mesi fa, al tempo della rilevazione del Fmi, e si potrebbe già essere ridotto con le grandi vendite delle ultime settimane.
Costituendo una voce “debito privato lordo” su questa tabella, dalla somma dell’indebitamento di famiglie, imprese e istituzioni finanziarie, si ottiene una classifica che vede l’Italia in situazione perfino di sicurezza. La Gran Bretagna ha un 81 per cento di pil di debito pubblico e un 766 per cento di debito privato. Il Giappone ha il 233 e il 408 per cento, rispettivamente. L’eurozona l’89 e il 351 per cento. Gli Usa il 100 per cento e il 276 per cento.
Gli Usa si confermano, malgrado tutto, il paese più virtuoso. Hanno perso la tripla A per il disavanzo record di bilancio quest’anno, pari all’8 per cento – una situazione che di anno in anno è suscettibile di variazione radicale. Ma non presentano altri pericoli. L’altro fattore fuori norma, l’indebitamento delle famiglie, è comunque contenuto al 92 per cento del pil. Per l’Italia il “debito privato lordo” è pari al 256 per cento, meno degli Usa, molto meno della media euro – meglio fa solo la Germania, 238.
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