Leggendola col giornale forse più simpatetico, “la Repubblica”, la formazione del governo Monti è uno sgradevole già visto. “Due ore al Quirinale (due ore e mezza, n.d.r.) per trovare l’accordo sul ruolo di Passera”, Casini voleva per lui tre ministeri. Poi c’è l’intoppo Piero Gnudi, “protetto da Casini”, che anche per lui vuole un ministero. Poi c’è lo scoglio Esteri: “Monti vorrebbe Massolo o Aragona, Napolitano invece suggerisce Terzi di Sant’Agata”, per compiacere Fini. Anna Maria Cancellieri è “una prefetta di ferro”. È appena arrivata a Roma da Parma, e dice: “Ho avuto l’impressione di un bel gruppo di lavoro molto coeso”. Tre ministre sono poche, ma sono “di peso” – sembra una battuta berlusconiana. E “hanno le perle in comune” – altro berlusconismo. La Severino, poi, è avvocatessa di suo suocero Caltagirone, suo di Casini. Sotto il titolone: “Il governo dei 18 professori”, che invece ha 17 membri. Di cui sette professori: quattro consulenti, gli altri tre con deleghe al nulla.
Sembra una cronaca di regime. Non del ventennio, di vecchio regime democristiano. C’è anche il Vaticano benedicente, nella cronaca di “Repubblica”, del governo nel suo insieme, e dei tanti ministri buoni praticanti. “Festeggia il Forum delle associazioni cattoliche. C’è un «filo» bianco che lega l’esecutivo tecnico al cuore della Santa Sede e delle gerarchie vaticane”. Cancellieri è “prefetto di ferro” anche per il Vaticano, che pure dovrebbe conoscere un po’ di più la storia. E “Ratzinger apprezza la squadra Monti”, il papa in persona.
La sgradevolezza è che questo non è il conformismo della parrocchietta, ma di giornalisti molto ferrati, Liana Milella, Goffredo De Marchis, Francesco Bei, Alberto D’Argenio, Marco Ansaldo, Orazio La Rocca. Di un giornale che si vuole alfiere della società civile, coscienza della nuova sinistra democratica. Non è il vecchio telegiornale di quarant’anni fa. Anche l’editore di “Repubblica”, De Benedetti, che monopolizza il ”Corriere della sera” per dichiarare la sua fede neo guelfa, fin dalla prima ora, deluso dal Pd, di cui era stato la prima tessera, sembra più che altro un revenant.
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