La prima cosa che fa il rettore del Politecnico di Torino Francesco Profumo, presidente del Cnr, da ministro dell’Istruzione è dell’Università, è di allargare d’autorità di mille posti gli ingressi quest’anno alle facoltà di Medicina. Con l’appoggio del ministro della Salute, Renato Balduzzi. Il primo provvedimento del governo Monti è dunque una sanatoria, o ope legis, un regalino a qualcuno – la sanatoria è uguale per tutti, certo, il 10 per cento degli ammessi, non l’8 per esempio, o il 15 per cento.
Non è una sorpresa, a un secondo sguardo: questo governo si vuole come Calimero, piccolo e nero. È improvvisato, raccogliticcio anche se confessionale, con molte persone inutili in un gruppo pur piccolo – certamente i due degli Esteri e Gnudi, un quarto di tutto il governo. Il vero governo è, si sa, formato di tre persone: Monti, col fido Moavero, Passera e Fornero. La signora Cancellieri, ministro dell’interno, pensa di invitare a un tè i suoi predecessori. Anche per dare la cittadinanza subito a chi nasce in Italia, sebbene di genitori stranieri – la legge attuale, del 1991, lo esclude. Inviterà pure Napolitano, che fu all’Interno nel 1996? L’avvocatessa Severino, ministro della Giustizia, pensa invece a un “codice deontologico” per i giudici, cioè a una serie di raccomandazioni di buon’educazione. Senza ledere l’intercambiabilità tra giudici e pubblici accusatori. E senza norme, soprattutto senza norme per un processo giusto e rapido.
Monti applicherà, forse, le misure già votate, in materia di previdenza e fiscalità locale. E vorrà cinque o dieci miliardi una tantum, che lui sa non risolveranno niente, ma potrebbero bloccare anche i consumi. Giusto in omaggio a Bersani - il quale invece non sa che pensare.
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