Il governo Monti-Passera nasce come una farsa. Nei tempi, nei personaggi (la giovane Cancellieri all’Interno, Piero Gnudi alla Gioventù…). Non per caso: il presidente Napolitano, che lo ha voluto, intende la “coesione nazionale” come un sostegno della destra a un governo che – dichiaratamente – si propone a capo del centrosinistra. Non se ne capisce la logica, e questo è il motivo di maggiore preoccupazione. Che i mercati hanno registrato immediatamente. Mentre Obama ha acuito i timori, dicendosi ora “molto” preoccupato per la tenuta dell’euro.
Cioè, la logica c’è, ed è quella dell’“impunità” che una certa politica pretende e di cui può godere nell’opinione pubblica per una sottostante ragnatela corruttiva, con le grandi proprietà e le grandi banche. Che può valere per l’Italia ma non naturalmente per i mercati, le banche, i fondi, gli operatori finanziari. Questo significa che l’Italia non si tirerà fuori dalla crisi dell’euro, e non tirerà l’euro fuori dalla crisi: ogni provvedimento di questo governo, anche minimo, andrà contrattato e ricontrattato allo sfinimento. Anche per l’esclusione conclamata del Sud (un sottosegretario, Catricalà, alle scartoffie, e un ammiraglio amico del presidente), mentre il Centro è ridotto a presenze tecniche, Clini, Barca, Catania. La posizione cruciale dei banchieri nel governo, Monti, Giarda e l’inquietante Passera, con Elsa Fornero (entrambi della stessa banca... ), potrebbe essere di ulteriore ostacolo. La farsa tanto invocata potrebbe finire in tragedia molto presto.
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