venerdì 25 novembre 2011

Monti schiera l’Italia con la Germania

A Strasburgo Monti ha preso il posto di Angela Merkel, facendosi alfiere della posizione tedesca. Sui due punti base: convergenza dei bilanci, delle politiche fiscali e di spesa, prima che si possa parlare di debito europeo (eurobond), senza una vera banca centrale europea (quella che così si chiama è figurata), garante dell’euro e in grado di interagire col sistema creditizio. E mai più deroghe ai vincoli di bilancio – anche il buffetto è stato tedesco, benché rivolto, per il lontano 2003, pure alla Germania.
È il non detto del vertice a tre di Strasburgo. Meglio: è il non detto del detto, perché il vero senso della sua trasferta a Strasburgo la cancelliera l’ha confidato solo a Sarkozy - il suo entourage si è premurato di farlo sapere, l’annuncio dovrebbe aversi a breve. Ma è comunque una forte, probabilmente decisiva, novità. L’Italia, che con Tremonti aveva flirtato con la fronda antitedesca della Francia e della commissione Europea, è ora sul fronte tedesco. Sarkozy, che aveva irriso il governo Berlusconi, si ritrova solo, con Barroso e van Rompuy, due burocrati: quale che sia il piano segreto che Angela Merkel gli ha confidato non potrà che allinearsi.
Si sapeva di Draghi che era una ruota di scorta della Bundesbank, un tedesco di complemento, rispettoso. Monti non è da meno, che a Strasburgo ha esordito: “In Italia mi chiamano il tedesco”. Monti era noto in Europa come “il più inglese dei tedeschi”. A disagio nel “modello remano”, la commistione poco definita, tutta politica, di pubblico e privato. Ma apprezzato in Germania per la diversa valutazione della golden share nel caso della Volkswagen e in quello delle aziende italiane, Telecom, Eni, Enel, Finmeccanica.
A Monti è anche molto vicino il consigliere economico di Angela Merkel, Lars Hendrik Röller. Che il presidente del consiglio, allora al suo secondo mandato di commissario europeo alla concorrenza, volle alla sua direzione a Bruxelles come Capo economista. Nel 2006, finito il mandato a Bruxelles, Röller partecipò al “Breughel”, il pensatoio europeo creato dallo stesso Monti a Bruxelles.

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