“Inchiesta
INGIUSTIZIA. Cinque milioni e mezzo di cause arretrate. E dieci anni per una
sentenza. È un crac che blocca il paese e procura danni enormi”. Sembra
Berlusconi ma è “L’Espresso”, il giornale dei giudici. Dove andremo a finire?
Ci
si mettono in due, a “Repubblica Affari & Finanza”, Adriano Bonafede e
Massimiliano Di Pace, per denunciare “il maxi-debito di Berlusconi” e Tremonti:
1994 più 73 miliardi, 2001-2006 più 222 miliardi, 2008-2011 più 251 miliardi.
In una tabella fatta apposta per chiedersi: ma nei sette anni mancanti che è successo al debito? È
aumentato di 349 miliardi. Opposizione?
La
parola dmmh, argomenta il cardinale
Ravasi sul “Sole”, si legge nella Bibbia come vento o come silenzio. E il
Paracleto allora, lo Spirito Santo, è silenzio? È importante saperlo, si
risolverebbe la questione del Filioque, e lo scisma d’Oriente non avrebbe più
motivo, l’ortodossia e il papato si riunirebbero
Il
vescovo di Campobasso, mons. Bregantini, non usa mezzi termini con Machionne e
la Fiat: “Marchionne utilizza l’arte della paura e quella del ricatto”. Il
vescovo teme il ridimensionamento di Termoli, che ha già provocato riflessi
negativi sugli stabilimenti di Melfi, Val di Sangro e Pratola Serra. A Locri mons.
Bregantini dava fastidio all’antimafia e l’hanno cacciato. A Benevento?
“Il
patto Stato-mafia: indagato Dell’Utri”. Finalmente. Finalmente i pentiti hanno
capito, dopo averci portati a dubitare di Ciampi, Conso, il prefetto Amato e
altri galantuomini.
Pentiti
che poi sono uno – Brusca è ormai un impiegato dello Stato, e Ciancimino jr è
inattendibile.: sono Spatuzza. Il killer di cento stragi diventato teologo. Vuole
confermare la pretesa di Dell’Utri, come di ogni berlusconiano, di parlare
direttamente con Dio? Questi avevano in mano lo Stato quando ancora erano
semplici affaristi – in grado di condizionare Ciampi, Conso e il prefetto
Amato.
Tronchetti
Provera viene indagato ora, a fine 2011, dalla procura di Milano per le
intercettazioni Telecom, invece che nel 2007, quando si seppe. C’è un motivo?
Sì, ora è vicina la prescrizione. La Procura di Milano vigila.
I
“biglietti” di Berlusconi intercettati col teleobiettivo alla Camera non facevano
testo. Appena il teleobiettivo ha intercettato un biglietto d’amore e devozione
di Letta a Monti, del Letta nipote, democratico, biglietto brandito dal
presidente del consiglio in segno d’irrisione, subito Fini interviene per
restringere l’uso dei teleobiettivi. Da non credere, ma è quello che ha fatto.
“Non
pensava di commettere un reato”: tre giudici di Roma dichiarano non
perseguibile un politico (D’Alema) per mancanza dell’“elemento soggettivo”.
Bisogna ricordarli: Alberto Caperna, vicecapo della procura, Giuseppe Cascini,
Paolo Ielo.
Si
può capire Caperna, che aspetta di diventare capo della Procura. Giusta
ambizione su cui decide il Csm. Cioè Napolitano, il presidente indicato da
D’Alema. Ma Ielo è stato a Milano ed è a Roma fortemente colpevolista invece in
altri procedimenti per il solo “elemento oggettivo” - il famoso “non poteva non
sapere”. E allora, chi mandiamo in galera?
E
poi, sinceramente, i tre avrebbero innocentizzato Veltroni?
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