Queneau amava le randonnées attraverso Parigi, fanno da sfondo a “Zazie”, “Domenica della vita”, “Odile”, e altri racconti. Le chiamava anfionie, da Anfione, l’architetto figlio di Zeus e Antiope che costruì le mura di Tebe suonando la lira, eletto da Apollinaire (nel racconto “L’Anfione falso messia o storia e avventura del barone d’Ormesan”, della raccolta “L’Herésiarque et Cie”) patrono dei camminatori in città. Nel corso delle anfionie scrisse molte antiopee, spiegherà in un’intervista, il neologismo coniato dal “barone d’Ormesan” per le osservazioni che si propongono all’anfione sugli angoli e gli aspetti della città. Per due anni anzi, fra il 1936 e il 1938, ne aveva fatto occasione di lavoro, ben retribuito, al quotidiano “L’Intransigeant”, dove propose e curò ogni giorno una rubrica “Conoscete Parigi”.
Ma questa, l'informazione, è la parte migliore del libro. Per il resto non è Queneau, giusto un quarto delle duemila notiziole, del tipo chi era il père Lachaise? quale re fece di Parigi la capitale?, tutte accurate pare, da lui fornite ai lettori de “L’Intransigeant” - ma Francesco Procopio dei Coltelli è Francisco Procopio dei Colielli (e chi è Bourrienne? nel Larousse non c’è, in Wikipedia ce ne sono troppi). Difficile immaginare un Queneau noioso, ma questo lo è. E sì che la materia non mancava. Dante a Parigi, per esempio, in rue de Bièvre, che storia avrebbe potuto fare, prototipo riconosciuto della “epidemiologia della cultura”, o invenzione della tradizione - dove non è stato Dante? O la nascita di Boccaccio a Parigi, esattamente al n. 28 di rue des Lombards, nello stesso anno, 1313 in cui nasceva fra Certaldo e Firenze...
Raymond Queneau, Conosci Parigi?, Barbès, pp. 240 € 15
mercoledì 23 novembre 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento