Giuseppe Leuzzi
Prima le camicie rosse, padane.
Poi le camicie nere, padane.
Ora le camicie verdi, padane.
Che il ritardo del Sud sia una questione di camicie?
Nel 1962 esplose il “caso Calogero”, il poeta di Melicuccà “scoperto”, tardi, dall’editore Lerici. Il “Corriere della sera” se ne dovette occupare e assegnò la recensione a Montale. Montale scrisse una nota, pubblicata a Ferragosto, infastidita: l’ex giovane di successo di “Ossi di seppia” demandò il giudizio alla posterità, riempiendo le sue due colonne di dubbi sulla salute mentale di Calogero. Si può essere “pazzi” a Milano (Alda Merini) o a Parigi (Celan), anche tra la Riviera e il Tirolo (Ezra Pound), e sulla Neckar naturalmente (Hölderlin), ma non a Melicuccà, sotto l’Aspromonte.
Napoli-Manchester City, Napoli-Juventus sono due gare vinte in partenza dalla società partenopea sul piano del bilancio, oltre che del bel gioco: tre esercizi in attivo, contro 125 milioni di buco della società torinese in tre anni (e un parco sterminato di calciatori non collocabili, quindi con altre minusvalenze in arrivo), e gli ultradebiti garantiti dalla benzina a 1,70 euro dello sceicco dell’Abu Dhabi. Ma non fa testo, il Nord è sempre meglio: più serio, più qualificato.
Neanche Napoli, e lo stesso club, sembrano crederci: il Sud è un peccato originale.
Sant’Imerio del Bruzio, o San Bruzio, fu fino al Seicento patrono unico di Cremona. Poi gli fu affiancato sant’Omobono. Il leghismo era già all’opera?
Vittima a Roma di Equitalia, è possibile da ultimo scoprire che il ricorso va di nuovo rifatto perché va indirizzato a Equitalia Sud Spa e non a Equitalia Centro. Roma non è più centro per questo campione dell’italiota soperchieria.
Hanno fatto Roma Capitale del Sud?
“La Cronaca del Trecento italiano”, raccolta e raccontata in dettaglio anno per anno da Carlo Ciucciovino, cita nel primo volume il “Chronicon Siciliae” di Anonimo, che nel batti e ribatti tra aragonesi e angioini in Calabria, elenca così le città ed i castelli conquistati di qua dallo Stretto: Reggio Calabria, Catona, Camnicalli (Cannitello), Vangnaria (Bagnara), monte San Michele, Calanna. La Calabria era terra incognita già di là dello Stretto?
“Il patto Stato-mafia: indagato Dell’Utri”. Finalmente, i pentiti hanno capito, dopo averci fatto imbattere in Ciampi, Conso e il prefetto Amato.
Pentiti che poi sono, tolti di mezzo il solito Brusca, ormai impiegato dello Stato, e l’inattendibile Ciancimino jr., uno: Spatuzza. Il killer di cento stragi diventato teologo. Si può capire la pretesa di Dell’Utri, come di ogni berlusconiano, di parlare direttamente con Dio. Ma l’antimafia?
“Non è né felice né giusta la nazione nella quale si ascoltano li delatori”. Così confidava Bernardo Tanucci, primo ministro del Regno di Napoli, al priore Luigi Viviani della Robbia. Alla vigilia del licenziamento a opera di Maria Carolina, principessa nobilissima, austriaca.
Lo sviluppo crea sottoviluppo
La mostra di Artemisia Gentileschi, pittrice mediocre, viene bandita con valanghe di pagine e supplementi ricchissimi, a periodicità settimanale, se non quotidiana. La mostra si tiene a Milano. Lo stesso due quadri di De la Tour, prestati a Milano da Parigi: si dedicano a questa grande mostra di due quadri supplementi speciali in serie, fino a sedici pagine. Dodici anni fa settanta quadri dell’ottimo Mattia Preti, in mostra allestita per i trecento anni della morte, da personalità come Claudio Strinati, con maestria e in un bellissimo contenitore, il complesso monumentale di San Giovanni, ma a Catanzaro, ebbe al più mezza pagina non su tutti i giornali, una volta sola.
Catanzaro naturalmente non è Milano, ma è al centro di una regione di due milioni di abitanti, quanti ne conta Milano con l’hinterland. I calabresi non saranno abbastanza colti come i milanesi, si può anche supporre, ma poi i titoli di studio sono più o meno egualmente diffusi. È che non c’è paragone.
L’ostacolo principale allo sviluppo è la coesistenza con un mondo già sviluppato. Invece di guidare con l’esempio, degrada e deprime. Inattaccabile, peraltro, e difficilmente scalabile - e solo a titolo individuale. A meno di un terremoto, o di una cesura radicale, anche nelle migliori condizioni e con le migliori intenzioni il ritardo i gonfia e indurisce a causa di questa diseguaglianza. Nell’opinione, nelle aspettative, e quindi nella realtà.
Un po’ come avviene alla stessa Milano, a causa del debito pubblico, a ridosso dell’albagia della Germania.
L’odio-di-sé-meridionale
Anna Laura Cittadino racconta su “Calabria Sconosciuta” n. 131, Settembre 2011, con forte capacità figurativa, un mondo che si pensava ottocentesco. Di durezze familiari: le figlie senza scuola, dietro le pecore, bastonate con la cinghia, mestruate nella stalla. Di libri che solo l’alluvione porta. E dell’Angelo che in tutte le favole appare, “il signore del sonetto”. Anna Laura parla di sé come nata nella guerra, di sonno corto, di artrite, e di gambe paralizzate nel salire. E uno pensa a una quasi centenaria. Invece ha un sito coloratissimo, con una serie di pubblicazioni e premi lunghissima, tutta degli anni 2009-2010. E quel mondo violento colloca tra Cosenza e Rende, dove da quarant’anni c’è un’apprezzata università, non in uno sperduto burrone. Il Sud è un fondale stereotipo, anche se ci vuole molta immaginazione oggi per riproporlo senza rigetto.
Peppe Voltarelli, compositore, cantante, attore di cinema e di teatro, impresario, già animare del gruppo folk Il Parto delle Nuvole Pesanti, premio Tenco 2010 per il miglior album in dialetto, dice del suo nuovo spettacolo, “Il viaggio, i padri e l’appartenenza”: “Racconterò, tra ironia e provocazione, le tante facce di una terra con cui mi devo ancora riappacificare”. Il dialetto del premio Tenco era calabrese, ma il cd s’intitola “Ultima notte a Malà Strana”. Cos’avrà fatto di male la Calabria ai suoi?
Lorenzo Calogero (1910-1961) è un poeta di grande qualità del primo Novecento italiano, molto legato al paese natale, Melicuccà in provincia di Reggio Calabria. Sconosciuto in vita, per una condanna territoriale all’isolamento di cui molto soffrì, fino al suicidio, fu apprezzatissimo in morte. Da Ungaretti, Montale, Rosselli e la migliore critica, italiana e europea.
Ma nella vasta bibliografia mancano contributi dei critici established calabresi, Walter Pedullà, Siciliano. Né lui mai pensò di rivolgersi, fra i tanti a cui ebbe insistente ricorso, a Corrado Alvaro, che sicuramente lo avrebbe aiutato a uscire dall’isolamento.
Napoli stava meglio quando stava peggio
Ci sono a Napoli un’organizzazione della Real Casa di Borbone e un Movimento Neoborbonico. Il Movimento fa capo, tra gli altri, a Riccardo Pazzaglia, il “filosofo” di arboriana memoria. Ma il suo animatore; Gennaro De Crescenzo, è realista: l’idea dietro il Movimento, dice, non è “né separatistica né secessionistica, tantomeno monarchica – non c’è nessun trono da conquistare, né c’è un pretendente… Certo, dovendo scegliere tra la Napoli dei Borbone e quella di oggi, credo non sia difficile indovinare l'opzione”.
È la conclusione del sicuro unitarista, e primo meridionalista, che fu Pasquale Villari, lo storico napoletano autore nelle “Lettere meridionali”, già nel 1862.
leuzzi@antiit.eu
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