Si scriveva dieci anni fa, succedeva a Londra:
“Jeffrey Archer, scrittore di successo, vicepresidente dei conservatori, è condannato a quattro anni di carcere duro per essere andato a puttane. Senza ironia: l’opinione pubblica inglese è sinceramente scandalizzata, e non dalla condanna.
“Vicenda esemplare, ma di quale virtù? Quale esempio dovremmo trarne, noi altri depravati e senza senso della morale del Resto del mondo. Ricatto, di una puttana, di un testimone. Diffamazione, dei giornali popolari. Corruzione, dei testimoni. E giustizia politica. È l’Inghilterra di sempre, violenta? È l’Inghilterra riformata, ipocrita? Tutt’e due. Il dialogo inglese è la boxe.
“Su “Repubblica” Paolo Filo della Torre racconta la vicenda distaccato, da uomo di mondo. Il “Corriere della sera” invece moraleggia con Cianfanelli. Spurgo piccolo borghese contro occhio di falco aristocratico? O moralismo di Milano, città così profondamente corrotta, che ricalca quello inglese? Almeno in una cosa i milanesi potranno dirsi, come ambiscono, inglesi”.
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