Sul “Financial Times”del 3 agosto l’economista Paul De Grauwe, dell’università cattolica di Lovanio, consulente di Barroso, a lungo parlamentare in Belgio col partito Liberale Fiammingo, spiegava il problema dell’euro. Nella prima parte diceva l’euro una moneta “straniera”, dacché la Bce ha rinunciato al ruolo di banca centrale. Di seguito spiega che questa rinunzia alimenta “una interminabile dinamica di creazione del debito”.
La Bce inizialmente esercitò questo ruolo (di prestatore di ultima istanza, n.d.r.) in modo timido, e rendendo chiaro che non voleva continuare a farlo. Anzi, questo rovesciamento delle politiche Bce è il fattore più importante per spiegare perché il contagio nei mercati dei titoli pubblici dell’eurozona non può essere bloccato.
I leader europei hanno tentato di risolvere il problema creando un’istituzione suppletiva, la European Financial Stability Facility. Ma l’Efsf non avrà mai la credibilità necessaria per bloccare le forze del contagio – e proprio perché non può in realtà battere moneta. Dipende per le sue risorse dai paesi membri dell’unione, e le risorse stesse sono limitate. Alla fine, non può garantire che ci sarà sempre abbastanza contante per rimborsare i sottoscrittori di titoli pubblici, anche se le sue risorse fossero raddoppiate o triplicate. Solo una banca centrale, che può creare un ammontare di moneta illimitato, può fornire questa garanzia.
La Bce afferma che si deve privare della responsabilità di prestatore di ultima istanza, altrimenti questa garanzia dà segnali sbagliati ai politici. Crea cioè la tentazione di aggiungere altro debito pubblico in eccesso, se la Bce paga alla fine il conto. Ma se questo rischio effettivamente c’è, non è diverso dallo stesso rischio nel sistema bancario. Il modo per contrastarlo non è di abolire il ruolo di prestatore di ultima istanza ma di porre delle regole cui i governi si devono conformare nell’emissione di nuovo debito.
Per bloccare la crisi ci vuole un rivoluzionamento fondamentale nelle istituzioni dell’eurozona. Ma il punto più importante è assicurare che la Bce si prende con responsabilità piena il ruolo di prestatore di ultima istanza nei mercati dei titoli pubblici dell’eurozona. Senza questo, i mercati non possono stabilizzarsi e la crisi resterà endemica. Nel contempo altri passi verso l’unificazione politica vanno presi, senza i quali il controllo sui disavanzi e i debiti pubblici nazionali non possono essere effettuati. Alcuni passi in quella direzione sono stati presi ultimamente, quando il Consiglio Europeo ha rafforzato il controllo sulle procedure nazionali di bilancio e sulle politiche macroeconomiche nazionali. Queste decisioni tuttavia sono insufficienti, dei cambiamenti più radicali nel governo dell’eurozona sono necessari. Di natura tale che la Bce possa assicurare che le sue responsabilità di prestatore di ultima istanza nei mercati dei titoli pubblici non condurrà a una interminabile dinamica di creazione del debito.
(2. Fine)
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