I conti sembrano infiniti per il reddito fisso (salariati, pensionati, pensionandi) e per il piccolo commercio della manovra Monti. Almeno due milioni di persone rimangono senza lavoro e senza pensione, per un periodo che va da tre a otto anni, per effeto della riforma Fornero. Con la rivalutazione delle rendite catastali del 60 per cento l’Imu sarà pesantissima. Anche per le prime case – la detrazione raddoppiata non compensa l’incremento di valore cartolare. Si paga subito l’aumento dell’Irpef e il caro energia (benzina, gas, elettricità). Il conto deposito in banca si è già pagato.
L’opinione favorevole che circonda Monti, dei grandi media padronali, a partire dalla Rai, ha messo in soggezione il larghissimo ceto medio. Che peraltro tradizionalmente ha poca voce. Ma non è sfuggito a nessuno che la rivalutazione delle rendite è stata particolarmente feroce, del 60 per cento appunto, per le abitazioni. Non per gli altri immobili. E che si è attuato un prelievo forzoso sproporzionato sui pensionandi, con rincari abnormi, illegali in uno stato di diritto, per le ricongiunzioni.
I conti non tornano: il rigore c’è tutto, quello sì. Senza contare l’inflazione, che, come si sa, questa Ue ha sterilizzato – basta non rilevarla.
Lo stesso per i bottegai. L’apertura libera dei negozi in tutti i Comuni costringerà alla chiusura moltissimi, tutti quelli “marginali”, con margini di guadagno cioè marginali, che non consentono di pagare un collaboratore. Mentre a Roma un giornalaio che cinque anni fa è stato obbligato da Veltroni, per il “decoro urbano”, a comprarsi un chiosco d’architetto da 80, 100, 150 mila euro, col mutuo, magari per lasciare un investimento in famiglia, ora si ritrova a dover pagare il mutuo, mentre il giornale si vende liberamente agli incroci, senza decoro.
sabato 24 dicembre 2011
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