Seppellite sotto il solito niente, a che ora ha telefonato la Merkel e quali parola ha veramente usato, le due pagine del “Wall Street Journal” ieri sulla fine del governo Berlusconi pongono invece un problema reale: perché l’Europa è in crisi. È un altro giornalismo: quello sulla Merkel, Napolitano e Berlusconi è il settimo articolo di una serie intitolata “Disunione Europea”. Sottotitolo (più didascalico che giornalistico - aggressivo, accattivante): “Il «Journal» sta esaminando come la crisi del debito nell’eurozona sta bloccando il decennio di spinta in Europa verso una più profonda integrazione economica e politica”.
Napolitano, “l’ottuagenario presidente”, non è parte in causa. Il quotidiano pubblica foto lusinghiere di Berlusconi, contrariamente a quelle che siamo abituati a vedere nei giornali italiani. E parte effettivamente facendo il caso della cacciata di Berlusconi a opera della Merkel. Ma non isolandolo. Rileva il cambiamento di governo che si è avuto simultaneamente in Grecia e in Italia per denunciarne l’artificiosità, il dare a vedere che l’Europa si muove e una soluzione è in arrivo, mentre l’Europa è bloccata – la vecchia “ammuìna” borbonica.
Ogni soluzione è bloccata da veti incrociati, spiega a lungo il giornale. In particolare tra Merkel e Sarkozy. E da “politiche bizantine”. E la “gentile spinta” della Merkel a cacciare Berlusconi così inquadra: “La sua impazienza mostra la misura in cui i nemici dell’Italia hanno disfatto la strategia dell’Europa contro la crisi”. Senza specificare chi sono i nemici dell’Italia, ma ribadendo che non c’è una strategia dell’Europa contro la crisi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento