Moine, occhietti, allusioni, era Passera ma sembrava Pomicino ieri sera da Fazio. Con lo stesso dire e non dire, la stessa voglia di superiore furbizia, e il non fare, dell’indimenticabile napoletano. In particolare le pause, le occhiatine e i sorrisetti sono stati atteggiati, con pose di tre quarti ricercate, come suggerito dalla publicist?, non si vedono le pieghe, alla menzione delle liberalizzazioni e le frequenze tv. Sapendo di parlare a una platea democratica, il democratico(cristiano) Passera ha elogiato i “precedenti governi”, cioè Bersani, in tema di liberalizzazioni, che però si guarda dal fare – giusto, inarcando il sopracciglio da vecchia zia, nei confronti dei bottegai. E in tema di frequenze ha “fatto capire” al pubblico e al Fazio entusiasti che Berlusconi le pagherà care. Mentre sa che gliele compreranno, forse, poche e a poco prezzo, le compagnie telefoniche. Ammesso che duri il boom del telefonino tutto immagini.
Una sceneggiata squallida, di un signore pure aitante e giovanile. Specie fra i vecchietti veri che lo attorniano nel governo, i NN.HH. che si pensavano tramontati da tempo: Moavero, Terzi, Staffan de Mistura, Riccardi, Rossi Doria, Patroni Griffi, Malinconico, Ornaghi... Il sopracciglio del superministro fa il paio con le lacrime della freddissima Elsa Fornero. E con lo stesso Passera che, mal consigliato dalla publicist?, si è presentato alla defatigante fiera del libro con la bambina in braccio – a Roma, dove subito l’hanno appaiato alle zingare che chiedono l’elemosina col poppante addormentato. Il “vecchio che avanza” è il titolo di un fortunato saggio sulla letteratura del Duemila, ma ben si attaglia al superbanchiere superministro. Con un pizzico di frigor wertherinus ambrosiano, quella voglia frigida di essere speciali e migliori. Facendosi dire dal compare Fazio che, sì, forse, perché no, avvierà una nuova carriera e farà il presidente del consiglio. Proprio come il nemico Berlusconi. Che è dunque il meglio di Milano.
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