Testi sparsi collazionati da Jakobson in una monografia su Hölderlin folle e poeta. Concentrati sul suo ultimo componimento, “Die Aussischt”, la veduta. Con un bombardamento di sciarade, anagrammi, acrostici, tutto l’armamentario dell’enigmistica, e ricorrenze, ripetizioni, arsi, cesure, tali da annichilire il poeta, malgrado la profusa compassione, e il lettore. Non manca lo shifter, il commutatore. E Scardanelli, il nome di Hölderlin da pazzo, non sarà Sganarello? Con un effetto – insidia della rappresentazione – bizzarro: il linguista sembra il pazzo, il pazzo semplice e diretto.
Roman Jakobson, Hölderlin. L’arte della parola
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