Primo e secondo trimestre in recessione, anno 2012 a crescita piatta. Esportazioni in contrazione, consumi in contrazione, investimenti fermi, la crisi dell’euro ha cominciato a ripercuotersi sulla Germania. La finanza tedesca gode ancora della massima fiducia dei mercati. Non tanto per l’indebitamento pubblico, il cui reale ammontare è contestato (la Germania non contabilizza molte poste), quanto per il ridotto indebitamento privato, o esposizione a rischio delle banche, grazie ai prezzi da sempre contenuti del mercato immobiliare. Ma le esportazioni sono da dicembre in calo. Che incidono per oltre un quarto sul pil tedesco. Mentre si è appiattita la curva degli investimenti. Nell’ultimo quadrimestre 2011 molti settori produttivi hanno registrato una crescente capacità inutilizzata.
Il ristagno tedesco viene ricondotto alla crisi dell’eurozona, alle rigide manovre che si sono rese necessarie. Il 60 per cento delle esportazioni tedesche va nella Ue, il 45 per cento nei paesi dell’euro.
lunedì 16 gennaio 2012
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