Ottima miscela in anteprima, vent'anni fa, di due ingredienti italiani, dop nazionali: la dietrologia e la moda (il jeans è ecologico già vent’anni fa). E dei suicidati, andrebbe aggiunto. Tra Milano, dove “amano chiamarsi la capitale morale d’Italia”, e il Vaticano, centro deputato e innocente di ogni turpitudine. Con morti scenografiche dalle cupole, quella religiosa di San Pietro e quella risorgimentale della Galleria – l’anamnesi della Galleria, in faccia al Domo, è da Walter Benjamin. L’architettura dell’Eur spiegata ai romani come nessuno gliel’ha mai spiegata. Un attraversamento mozzafiato della galleria ferroviaria Firenze-Bologna, i dislivelli, i venti, le ombre. E la “normalità”: i giudici vedette, i mercati nei ministeri, all’ingrosso e al minuto, le mamme, le sorelle. Al gioco, premette Dibdin citando Sciascia, “della finzione in cui ogni ruolo recita esso stesso un doppio ruolo, di false informazioni scambiate per vere e di vere informazioni prese per false”.
Michael Dibdin, Cabala
martedì 10 gennaio 2012
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