È il romanzo di Angelina, del gioco a sedurre più scoperto, perfino triviale. Incredibilmente italiano – fa senso leggerlo con le due scritture a fronte, la seconda per rispondere al’accusa di scarsa conoscenza dell’italiano. O mediterraneo: un gioco perpetuo di furbizia, fino al ridicolo. La scrittura, sì, non è manzoniana (ma Manzoni è italiano? Senza passione, nemmeno quella della rettitudine), non è distillata. Ma la letteratura c’è tutta, il mondo si muove. In una Trieste incredibilmente italiana, pur dopo un secolo di Austria: ci arriva lo scirocco.
Italo Svevo, Senilità
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