Non c’è molto di Ezra Pound nella poesia beat e nella beat generation, a parte la devozione sempre professata di Allen Ginsberg. Che adorava il personaggio (da ebreo spiegandogli: “L’antisemitismo è il vostro andare a farvi fottere”) e ne apprezzava il rinnovamento del linguaggio: le “immagini verbali”, la scrittura onesta nella poesia americana. Manca dopo la guerra il senso della storia, e malgrado tutto la stessa passione civile. Mentre c’è l’ebbrezza artificiale, da alcol e droghe, e da sesso cosiddetto libero. Ma quanta pervicace passione dell’ex giovane Tesauro per la poesia: non ci sono riserve per lui fra Pound e Ginsberg.
La breve prefazione di Anna K. Valerio – ora bionda paladina di Franco Freda - è densa d’intelligenza. Per il silenzio in poesia, e i due momenti della vita e delle opere di Pound nella “sinestesia luce-suono-vita, buio-silenzio-nulla”. E per – sorpresa - il poundismo accentuato di Montale.
Alessandro Tesauro, Pound beat
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