Napolitano è il Pci al Quirinale, dice l’ultimo “Nouvel Observateur”, e il Pd è il vecchio Pci, dice l’ultimo, altrimenti bene informato, “Le Monde Diplomatique”: oltralpe c’è in po’ di confusione, o tanta nostalgia.
Sul settimanale, nella corrispondenza su “Supermario”, la fotina di Napolitano con Monti ha una didascalia a firma M.P., che sotto il titolo “Il re Giorgio” dice: “Il suo senso profondo dell’interesse nazionale l’ha ereditato dal più grande partito comunista d’Occidente, il Pci, che otteneva ai suoi giorni migliori il 34 per ceto dei suffragi. Era nel 1984”. Che non è nemmeno vero per la storia: il Pci nel 1984 aveva il 33 per cento alle elezioni europee, “grazie” alla morte di Berlinguer, ma veniva da due sconfitte alle politiche, dove era sceso sotto il 30 per cento, e Napolitano è stato sempre un intruso in quel partito.
“Le Monde Diplomatique” ha come inviato Francesca Lancini, “giornalista a Milano”, che va a Brescia a cercare la sinistra. E la trova, sotto una titolazione nostalgica del “vecchio Pci”, tra i circoli, le sezioni e i vecchi militanti del Pd. Il Pd è il Pci… Confusione o nostalgia?
Probabile è la nostalgia, sanno tutti che il Pci non c’è più. La nostalgia di chi è stato sempre anticomunista, è il caso dei due periodici, è però curiosa: è un altro segno della decadenza (insignificanza) dell’Europa?
martedì 14 febbraio 2012
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