mercoledì 28 marzo 2012

Le perfezione è del libro

“Raggiunta la perfezione”, del libro come della ruota, le lenti, l’alfabeto, “impossibile andare più in là”, si consola Eco asciutto, bibliomane, lettore compulsivo: il libro è eterno. Eco confessa di non amare più l’insegnamento (la ripetizione, d’impossibile aggiornamento) ma si dice ugualmente sereno: il libro resisterà all’elettronica – “e se mancasse la corrente?” A tre anni di distanza da questo lungo colloquio con Carrière, sceneggiatore di grandi film, classicista, autore cinquant’anni fa, con Guy Bechtel, di un famoso “Dictionnaire de la bêtise”, molto è già nuovamente cambiato, con youtube, smartphone, iPhone, iPad. 
Eco parte affermando che internet reintroduce l’era alfabetica, contro “la civiltà delle immagini” che si voleva trionfante, oggi forse non lo direbbe. Ma il libro elettronico, ottimo per certi aspetti, consultabile, trasportabile, non ingombrante, è difficile per altri, da sfogliare e anche da leggere. Questo è detto di passata, il libro è una lunga conversazione tra due bibliofili. Eco sintetico, come non a suo agio, Carrière fluviale. Scrittori a loro volta compulsivi, di migliaia di pagine ogni anno, in tutte le forme e su tutte le materie - al centro anche una classificazione di stupido, cretino e imbecille. Dopo la proposta di una Storia dell’Asineria. Di Eco, specialista delle “scienze false, folli, occulte”, e delle lingue inventate. Una conversazione al modo delle interviste di Borges, aneddotiche, sapienziali, e talvolta divertenti. 
Jean-Claude Carrière-Umberto Eco, Non sperate di liberarvi dei libri, Bompiani, pp. 250 € 10

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