Il romanzo dei fossili. Malerba sarà stato uno scrittore minerale, non solo in questo romanzo quasi specialistico. Delle cose inanimate anche se ben viventi, anzi espresse in forma umana. Non è una desertificazione, la sua è una scrittura realista, che recepisce e non inventa – si può dire la forma leggibile della scuola dello sguardo d’oltralpe. Non ha mostri ma esseri che si lasciano fare, che stanno nella vita e nella storia come i sassi stanno all’aria e nel fango, senza motivazioni e senza mutazioni, tanto sono lente e insensibili quelle epocali. Esistenze vegetali, si direbbe in termini comuni, ma senza più linfa, fuori dal processo clorofilliano, disidratati. Fossili.
Con cento inutili (“compilative”) pagine dopo le prime centocinquanta, ma tiene ancora dopo vent’anni.
Luigi Malerba, Le pietre volanti
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