venerdì 23 marzo 2012

Tabucchi al passo, sdegnato

O della politica-orco, un leviatano distruttivo quando non è passione regolata. Un disastro, ad appena cinque anni dalla pubblicazione. Il gioco dell’oca richiede una casella base di ri-partenza. La casella base è qui Berlusconi in quanto l’Italia è Berlusconi. Contro Sofri, contro Ciampi, contro Pinochet.
La polemica intesa a riaffermare la Resistenza fa emergere il lato rituale della stessa: molto anti-resistenziale. Imbarazzante la stuccosa e contorta ironia, da intellettuale italico della “torre d’avorio”: lo scrittore sopraffino si vuole intellettuale piccolo-borghese, il severo censore che il capo alzando il paese vede pieno di merda, tutti i politici compresi – quello che una volta, sul treno o in tram, era per il Buonanima. Mentre la Francia, vuoi mettere, o l’America. Per non dire della Spagna che Tabucchi si coccola – la Spagna degli odiati (in patria) socialisti, quando ancora ce ne erano.
Antonio Tabucchi, L'oca al passo. Notizie dal buio che stiamo attraversando

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