Si dissolve Comunione e Liberazione dopo la Lega, e dopo Berlusconi. Con le stesse storie di appropriazioni, truffe, tangenti, fondi neri, amanti, amiche, escort. Si dissolve l’orrida Milano, il potere incontestato che ci governa da vent’anni, a Roma, nelle banche, nei giornali, nei tribunali? Sembrerebbe ovvio, ma tutto avviene secondo le strategie e tattiche di Milano.
La dissoluzione, nell’un caso e nell’altro, come già con Berlusconi, si fa attraverso dossier precostituiti, testimoni volontari, vendette tra “amici” e “reduci” della prima ora, donne sempre puttane, e molte intercettazioni naturalmente, con cui riempire ogni giorni molte pagine di giornale, anche se perfino i giudici ora ne diffidano. L’unica novità è un ruolo defilato della Procura milanese: aizza i cani e li lascia ad azzannarsi tra di loro. Ma è sempre il “rito ambrosiano”, lo stesso che ci ha dominato per vent’anni con Berlusconi, Cl, la Lega e il palazzo di Giustizia, e quindi che pensarne?
Tutto ciò, ricordiamo, avviene con un governo che più milanese non si può – sembra una caricatura di Milano: si può dire, non è stato ancora detto?, che Milano ha commissariato la Repubblica, Milano cioè Bazoli. In ogni novità, dall’affondamento dell’Olimpiade a Roma al conto corrente obbligatorio e a questo scuotimento dei propri alberi in vista, sotto c’è sempre Milano trionfante. Che non lo nasconde, vuole che si sappia. E contemporaneamente tiene sotto tiro Roma, senza fare mai autocritica. Milano sta solo rinnovando il uo sistema di potere, come fanno i regimi intelligenti. La Cina per esempio, o il Vaticano: ogni vent’anni in media danno una scrollata.
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