Transparency International, l’organismo internazionale che analizza la corruzione in affari nei vari Stati, ha declassato venerdì l’Italia al 67mo posto. Con un grafico che segna due decisi peggioramenti, entrambi di una dozzina di posizioni, nei due bienni 2007-2008 e 2009-2010. Come a dire che non c’è differenza tra destra e sinistra politica – il primo biennio era governato da Prodi, il secondo da Berlusconi.
Transparency aveva preso l’Italia, all’inizio delle sue rilevazioni nel 2000-2001, poco dietro la Germania e gli altri paesi europei, tutti nelle posizioni da venti a trenta - eccetto la Gran Bretagna, in 13ma posizione. Ora l’Italia è scesa al 67mo posto, cioè tra i paesi più corrotti. Mentre la Germania ha scalato posizioni virtuose, da 20 a 15, la Francia è rimasta attorno al 20 - dove l’ha raggiunta la Gran Bretagna – e la Spagna si è limitata a scendere dalla posizione 22 alla 30.
L’Italia, è il caso di segnalarlo, diventa corrottissima dopo Mani Pulite e l’antipolitica. Se prima rubavano (poco) i partiti, poi sono rimasti liberi di tubare (molto) tutti.
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