Non sono novità, erano nello stato delle cose, ma l’informazione le registra per tali e il fatto – questo fatto, dell’informazione tarda – va registrato. La Banca d’Italia certifica i redditi delle famiglie in calo del 5 per cento negli ultimi quattro anni. A fronte, bisogna aggiungere, di un’inflazione del 2-3 per cento annuo. E di un aumento del prelievo fiscale negli ultimi cinque mesi di ben tre punti, dal 42 al 45 per cento, record mondiale. Il legame è diretto fra questi dati e la contrazione della domanda e del risparmio.
La disoccupazione è in costante aumento anch’essa da un quadriennio. Alleviata a lungo attraverso i contratti atipici della “legge Biagi”, ha avuto un’impennata dell’1 per cento negli ultimi quattro mesi, per la recessione e i nuovi vincoli al lavoro. Il blocco dell’edilizia, sempre più pronunciato a mano a mano che i vecchi cantieri completano i lavori, per effetto della fiscalità sulla casa, rischia di bloccare tutta l’economia.
Le nuove tasse saranno necessarie per arrivare entro il 2013 al pareggio di bilancio. È l’effetto delle “manovre”, o correzioni di bilancio, quando, come nel caso della manovra Monti, non rivedono o correggono le spese ma aumentano le tasse: ogni manovra ne attira un’altra. Tanto più, d’ora in avanti, sulla base del “fiscal compact”, il patto di stabilizzazione dei bilanci sottoscritto da Monti a Bruxelles, da ieri vincolo costituzionale.
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