lunedì 23 aprile 2012

Persico tradito dagli amici

Una sceneggiatura legnosa di Camilleri, e una serie inverosimile d’ipotesi dello stesso attorno alla morte di Edoardo Persico a 35 anni, escludendo la probabile tisi. Basate sulle memorie sconnesse degli amici di Persico, Alfonso Gatto e Giulia Veronesi, e sulle reticenze di Anna Maria Mazzucchelli, allora segretaria di redazione a “Casabella”, poi moglie di Argan. Eileen Romano fa di ognuno di questi volumetti Skira un’occasione sociale, schierando attorno al personaggio o alla vicenda amici e parenti, ma questa volta non funziona. Solo ipotesi, non c’è l’uomo, se non come un minus habens, né l’“architetto” che molti (tutti) onorano, sico, il geniale teorico d’arte e organizzatore culturale, condirettore di “Casabella”, che fu all’origine del design a Milano, e avrebbe costituto un soggetto molto più interessante.
Uno sberleffo, involontario, alla storia degli indizi – quando la storia semplice sarebbe stata tanto più interessante. La storia indiziaria di Persico, rilanciata nel dopoguerra da Gualtiero Peirce, un ex comunista passato al “Borghese”, era stata proposta trentacinque anni fa a Sciascia, che non ne fece nulla, e successivamente a Oreste Del Buono, che ne scrisse su “Tuttolibri”, a lungo, nel 1993. L’unico “indizio” di qualche interesse sono le raccomandazioni successive di Persico, quando studiava a Torino, da parte della contessa Soldati. Via parrocchia. Persico fu raccomandato dapprima come addetto alle pulizie alla Fiat poi come redattore alla rivista “Motor Italia”. La “contessa” è la madre di Mario Soldati.
Andrea Camilleri, Dentro il labirinto, Skira, pp. 165 € 15

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