Riedizione, ampliata al monachesimo bizantino della Calabria settentrionale, dei “Santi italo-greci” che lo stesso Ferrante, parroco di Chorìo, e poi di Santo Stefano d’Aspromonte, aveva inizialmente dedicato all’area grecanica, nell’arcidiocesi di Reggio Calabria. È una ricerca robusta che l’autodidatta Ferrante ha prodotto, stimolato dai parrocchiani che non sapevano più nulla dei loro santi, anche se a tutt’oggi unica: il risveglio della coscienza di un passato che intendeva stimolare è rimasto minimo - più che ad altro, legato ai sussidi auropei per le aree linguistiche minoritarie.
Allargando l’orizzonte, l’originario interesse pietistico e cultuale, soprattutto mariano, della ricerca si amplia alla funzione culturale e politica di questi “santi”, eminenti personalità. Attraverso biografie falsate dall’agiografismo, e tuttavia fonti significative dell’epoca. Nei rapporti con la madrepatria, in bilico tra le due chiese, d’Oriente e Latina, e nel contrasto della quotidiana afflizione saracena (islamica). La Calabria in particolare si popolò di circa quattrocento monasteri greci per la fuga imposta dalla conquista islamica della Palestina e del Levante. Il capitolo introduttivo è una ottima sinossi della ortodossia in Calabria. Il secondo capitolo è una concisa ma significativa storia dei difficili rapporti con gli arabi, specie tra l’VII e l’XImo secolo, fino all’arrivo dei Normanni.
“La Calabria”, premette in una nota il francescano F.Russo, il curatore dei dodici volumi del “Regesto vaticano per la Calabria”, negli ultimi due secoli della dominazione bizantina, in uno dei periodi più calamitosi della sua storia, caratterizzato dalle continue incursioni dei Saraceni, che hanno sconvolto la società nelle sue istituzioni civili, economiche e religiose, ha scritto pure una delle pagine più radiose del suo passato, di cui è stato protagonista il monachesimo calabro-greco”. Monaci facevano la spola tra la Grecia e la Calabria, è Oreste, patriarca di Gerusalemmen, a scrivere la vita dei santi Cristoforo, Saba e Mecurio, “Tra i protagonisti della famosa Eparchia del Mercurion”, e i contatti erano intensi anche col mondo occidentale.
Nicola Ferrante, Santi italogreci in Calabria
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