Grande maestria, in questa opera prima (dopo una prima prova a diciannove anni, “Les Jeux de l'amour et de la mort ”) di “Fred Vargas”, Frédérique Audoin-Rouzeau , allora ventisettenne come i tre “imperatori” della Scuola Francese di Roma che movimentano la sua trama. In un’estate romana già allora tropicale, senza ponentino. Dove “Fred” ha seguito, si può aggiungere, la sorella “Jo Vargas”, pittrice borsista della Scuola – le due sorelle hanno preso il nome della “Contessa scalza” di Ava Gardner. Il miglior giallo “italiano” – senza ammiccamenti , cioè, né nostalgie regionali – dopo quelli di Scerbanenco. Che si traduce bizzarramente dopo vent’anni, e in coda a tutto il resto.
Già allora i tardi ragazzi si fanno depilare. Quanto all’inevitabile Vaticano, basti dire che non è di maniera. Il titolo originale gioca sul “morituri”, una formula che è anche un concetto, su cui la medievista-giallista ha buon gioco. Irrispettosa con misura (credibilità), inventiva, in ogni piega sorprendente.
Fred Vargas, Prima di morire addio, Einaudi, pp.196 € 13
mercoledì 18 aprile 2012
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