venerdì 13 aprile 2012

SuperMario perde colpi

Forse le troppe partite fuori casa non portano bene. O forse non porta bene la tecnica. Fatto è che sui suoi due terreni preferiti, il campo internazionale e quello dell’economia, Mario Monti perde colpi - mentre si dimostra buon politico, buon navigatore tra gli scogli politici. Al borsino ministeriale molti entusiasmi si sono raffreddati.
Elsa Fornero, specialista di assicurazioni e previdenza, ha imposto in poche ore il taglio delle pensioni, dopodiché si è smarrita. Passera, dopo il primo colpo che obbliga ogni italiano al conto corrente, non sa fare e non sa nemmeno dire niente. Lo stesso Monti viene sub iudice per le improvvisazioni fiscali, che potrebbero essere letali – ogni giorno si scopre che ha messo una nuova tassa, tra le pieghe del decreto “Salva Italia”. Di più raffredda gli entusiasmi, agli Esteri e all’Economia, il fronte internazionale scelto dallo stesso Monti.
Il presidente del consiglio non ha mutato in nulla l’attendismo catastrofico dell’Unione Europea, malgrado i continui contatti con Merkel e Sarkozy. Ha creato un incidente diplomatico, e innervosito i mercati, con i ripetuti accenni alle debolezze della Spagna. Non ha ottenuto nulla dalla recente visita in Cina: nessun impegno a investire in titoli italiani, e nessuna attenuazione della diffidenza di Pechino nei confronti dell’euro.
L’attivismo del ministro degli Esteri Terzi, teso a creare uno status di statista internazionale a Monti, con una ventina di incontri internazionali in quattro mesi, si sta rivelando un fallimento, se non un boomerang. Lo stesso nome di Monti buttato lì da Obama in alcuni discorsi è giudicato “menomante” alla Farnesina, in quanto genererebbe gelosie e sospetti a Parigi e Londra, senza peraltro il fondamento di un asse privilegiato tra Roma e Washington. La gestione dell’affare Kerala, dei marò arrestati, è giudicata un errore: al sottosegretario Staffan de Mistura si fa colpa di essersi impigliato in una sorta di diplomazia della cipolla, ogni pochi giorni concedendo qualcosa, invece di contestare la giurisdizione indiana, come un buon diplomatico si sarebbe limitato a fare.

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