Da Giorgio Meletti a Travaglio, Gianni Dragoni, Alessandro Robecchi, è un coro sul tema caro a Flores d’Arcais: “Il governo Napolitano-Monti-Passera e la continuità col berlusconismo”. Per il difetto d’ottica che, come sempre ormai da settant’anni, fa l’irrilevanza politica degli intelligenti, i belli-e-buoni della Repubblica. Le tasse non sono un discrimine, benché ingiuste e violente, né l’affarismo di Milano, né il neoguelfismo di Bazoli al posto del populismo di Berlusconi. Conta solo l’antipatia, l’umore, la gesticolazione, quanto basta a “bucare lo schermo”. Che una volta si chiamava superstruttura, oggi berlusconismo.
“Micromega”, 2\2012, pp. 244 € 14
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