sabato 19 maggio 2012

Com’è verde la speculazione

Ecocompatibile tutto è possibile. Soprattutto la speculazione, l’arte dell’epoca. Incorreggibile, anche alla crisi ormai quinquennale. Che guadagni ha fatto incalcolabili sulla bolla, gonfiando lo sviluppo, e ora li fa sgonfiando la bolla, un flop senza fine. Il meccanismo è semplice, della speculazione finanziaria, e invincibile. Ma non meno semplice e sottile, insidioso, sprezzante, il boom verde non ci costa meno. A partire dal “risparmio” di energia, con annessa anidride carbonica, che paghiamo il 50 e anche il 100 per cento in più di quanto costa l’energia. Nei consumi domestici e nelle automobili.
Si costruisce ora verde. Case in aspetto di bosco, condomini cioè, o meglio torri, di 80 e 100 metri di altezza – la superficie riportata in altezza. Sarebbe bosco veramente quello tradizionale, a terra, semplice, salutifero anche. Ma così si può anche costruire e rispettare i parametri di fabbricabilità, il rapporto tra cubatura\verde. Si possono cioè costruire anche le superfici di rispetto: la terra è rendita fondiaria, la miniera più grande e più ricca finora inventata, e non si può lasciare agli alberi. Creando naturalmente capolavori di architettura contemporanea. Tokyo, come dubitarne?, l’ha già fatto, New York ci pensa, Milano l’ha subito adottata, con selve di terrazze alberate su per venti, trenta piani. Che avendo quattro lati moltiplicano per quattro la superficie alberata. Elementare. Per tornare a dirigere alla Scala, o la voleva invece dell’Expo?, Abbado aveva chiesto tre anni fa “la piantumazione di novantamila alberi”. Eccolo accontentato.

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