Ogni unione presuppone un unificatore, una forza di propulsione. È stato il caso dell’Italia, o della Germania. È sempre stato così nella storia, ed è il paradosso dell’Europa oggi: che il federatore recalcitra.
Jacques Le Goff prende a esempio l’Italia (in un’intervista con Dino Messina sul “Corriere della sera” di oggi) di come potrebbe essere l’Europa: unita dalla cultura. Che è “il suo punto di forza” nell’era globale, argomenta. In nessun’altra area del mondo “è così forte il legame culturale tra le nazioni”, dice: “ Solo in Europa le diversità nazionali si sono affermate, anche a costo di guerre durate sino alla metà del XX secolo, in un processo di unità culturale”.
Le guerre come fattore di unificazione, che Le Goff prospetta, sembrano un paradosso al quadrato. Ma rinviano alla forza unificante. Il caso italiano come esempio di unità nella diversità che lo storico presceglie su altre esperienze è anch’esso calzante. L’Italia è stata l’unica vera rivoluzione, senza residui, in Europa, questo sito ha argomentato (http://www.antiit.com/2011/03/litalia-unita-consolazione-delleuropa.html). Ma sempre col federatore esterno. Che oggi invece, in Europa, recalcitra – la Germania. Il problema dell’Europa è questo: che non si può fare l’unità se chi ne è il leader deputato non vuole.
mercoledì 23 maggio 2012
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