Un gabbiano viene il primo pomeriggio alle tre a mangiare al “Cortile”, il ristorante sotto casa. Quando gli ultimi clienti se ne sono andati. Si posa sul tetto dell’automobile parcheggiata dove la siepe di bosso del “Cortile” ha un varco, che il cuoco egiziano usa per portargli i resti del pesce, e aspetta, roteando la testa a periscopio. D’inverno. D’estate viene alle dieci di mattina, all’apertura.
Oggi lì si trova la nostra macchina, e quando saliamo per andare via il gabbiano salta sul tetto della macchina davanti. Dopodiché si appresta ad attendere, roteando la testa. Sa tutto, ma non sa che oggi è giorno di chiusura per il “Cortile”.
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