L’indicibile di Rignano Flaminio sono i video dei genitori (almeno due coppie) sulle violenze sessuali, fatte mimare ai propri bambini. Una violenza morbosa – dove, come, i bambini hanno imparato a mimare? E inattaccabile purtroppo, la stupidità lo è: si arriva a Rignano agli abusi ai minori partendo dalla “modernità” dei genitori, che essi intendono come un reality. Basta essere stati a Rignano per vederlo – anche gli avvocati sono da reality.
In Francia, nell’analogo processo a Outreau, la “Cernobyl della giustizia francese”, la verità venne fuori quando la coppia che ne era all’origine si divise, e i due coniugi presero ad azzannarsi a vicenda, incuranti dei tre figli che avevano coinvolto. Anche a Rignano il processo non ci doveva essere e l’assoluzione arriva perciò comunque tardi. Ma evita di procedere contro i genitori, e questo lascia purtroppo l’orrendo reality aperto.
Nei diritti dell’infanzia l’area meno esplorata è quella domestica, dove avvengono inevitabili invece le violenze. Almeno fino a che il bambino resterà dipendente giuridicamente, oltre che fisiologicamente ed emotivamente, dai genitori. Siano essi malati “solo” di reality.
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