Ma quali professori, questi sono dittatori! Scrive proprio così Piero Ostellino. Sul “Corriere della sera”. All’“amico” Monti, “cattolico-liberale”, imputa “un totale disprezzo dei diritti dei cittadini”. Il governo dice “dispotico”, senza più, “corrotto” dal potere. E i media plaudenti “una sorta di Minculpop” fascista, che solo sa muoversi al grido: “Il Duce ha sempre ragione”.
Sembrerebbero cose gravi. Ma l’ex direttore mettono in un angolo triste del giornale. È proprio vero che i liberali sono finiti allo zoo.
In due giorni 40 mila consigli antispreco al commissario straordinario Bondi. Non eravamo una nazione di commissari tecnici? Solo Monti non lo sapeva?
O questo “scrivete al governo” è un modo come un altro per il professore di dire “popolo bue”?
Al processo siciliano per la trattativa mafia-Stato due giudici che si professano “allievi” di Borsellino, Alessandra Camassa e Massimo Russo, ricordano ora che il maestro a giugno del 1992 disse in lacrime: “Non posso credere che un amico mi abbia potuto tradire”. E sostengono in Tribunale che Borsellino si riferiva alla trattativa. Seppure prima della trattativa che il suo assassinio avrebbe propiziato. Cioè non lo dicono, lo lasciano intendere.
Potenza dei testimoni: possono dire indenni in questo Stato di diritto qualsiasi cosa. Purché vada sui giornali.
Serie incredibile di errori juventini in Juventus-Lecce. Sottoporta del Lecce e, infine, nella porta propria. E forse il pareggio non era stato “giocato”.
“Il concertone a Napoli, De Magistris sfida Alemanno”. Promettendo il concerto gratis per il Primo Maggio 2013: 300 mila euro. Grandezza di Napoli? Del giudice-sindaco?
“Repubblica” plaude. Spending review?
Di De Magistris si può capire: s’è costruita la carriera politica coi soldi pubblici, con le inchieste fasulle. Ma da destra: contro Prodi, e contro la giunta di sinistra a Potenza. È “la Repubblica” di sinistra-destra?
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Il pm Mancuso di Napoli, nemico dichiarato del Procuratore Capo missino Cordova, no global imperseguibile, figli compresi, si faceva raccomandare al Csm da Gasparri. Tramite un colonnello dei carabinieri. E la cosa è stata denunciata.
Si capisce quanto la rottura tra Fini e i sui ex colonnelli è stata traumatica: tra i giustizialisti ora è difficile orientarsi.
Nel mezzo della recessione, tra licenziamenti di massa e “esodati”, la Cgil di Milano si mobilita per un “presidio antifascista”, per impedire il solito “saluto” annuale a Sergio Ramelli, assassinato nel 1975. Un diciottenne che forse fu fascista, ma non era un terrorista né un violento.
Ma se ne lamenta solo Battista. Che è romano. Nel solito angolino triste del “Corriere”.
È la stessa Cgil che ha cacciato Muti dalla Scala, l’orchestra scaligera riducendo a banda di paese, e da quasi mezzo secolo tiene in ostaggio Brera? Fermo comunque il no della Scala a Muti: i milanesi che vogliono ascoltarlo vanno a Brescia.
Sfilano nelle due pagine di Paolo Mieli sul “Corriere della sera” il Primo Maggio, “Il diffamatore di Gramsci che fu assolto dal Pci”, non solo una serie di ignominie del Partito, ma anche una serie sorprendente di storici che si censura. Sul Partito e su Gramsci.
A un vagolante segretario politico, Alfano o Bersani, che gli ha proposto la compensazione fra debiti e crediti fiscali, Monti risponde con l’inoppugnabile premessa: “Non pagare le tasse è criminale”. Dunque, è un furbo.
Il presidente dell’Eurogruppo Juncker, nominato e sostenuto da Francia e Germania, lascia l’incarico protestando contro “le ingerenze di Francia e Germania”. Senza reazioni. Né a Roma né altrove.
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