Enrico Bondi di Arezzo, ottant’anni, che forse è entrato qualche volta in un ufficio pubblico a chiedere un certificato, risanatore della spesa. Non subito, fra un anno o due. Anche se Bondi ha già “visto”, prima di essere nominato, tagli per due miliardi. L’americano Francesco Giavazzi, che molte università inseguono col forcone, per avere imposto alla Gelmini l’impossibile riforma dei concorsi, ha un’area più piccola: risanatore della spesa a favore delle imprese. Che non c’è più da decenni ma non fa nulla: anche lui ha tempo un anno o due. Il pensiero del professor Monti, dopo il tributo alla cancelliera, è occupare la Rai.
Arrivato ai tagli, Monti nomina i “tecnici dei tecnici”: li fa esperti di tagli, come una volta si facevano i cavalieri, e si assolve. Imbrillantandosi a fronte di tanta mediocrità, che la supponenza non riesce a nascondere. Gli economisti ridono di Giavazzi, ma ormai è fatta – e poi non bisogna presumere molto dei tecnici, a volte non barano: il prof. Muraro, che per conto di Padoa Schioppa aveva fatto nel 2007 il lavoro di Bondi, aveva proposto di rivedere l’organizzazione della Motorizzazione Civile... Siamo del resto tornati al “telefonate al governo”, il ridicolo 1974 che preparò l’Italia alla catastrofe del 1975, quando l’Italia dovette dare l’oro in pegno alla Germania.
Era inevitabile. Dopo i tanti “tecnici” al governo, meglio se padroni o collaboratori del “Corriere della sera”, la seconda ondata non poteva essere migliore. Ma è anche in linea con l’assurda, provincialissima, politica del governo Napolitano-Monti: niente pensioni e più tasse per decreto, riduzione delle spese fra un anno, forse, o due. Senza beninteso toccare quelle corrottissime degli appalti, Milano vigila. Per compiacere la signora Merkel, della cui stima i due si gloriano, che forse lunedì conterà come il due di briscola.
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