Non risponde Angela Merkel agli appelli del resto del mondo per un motivo: non è sola, e anzi si aspetta un governo conservatore a Parigi dopo le politiche del 10 e 17 giugno. E quindi più vicino alle sue posizioni: riforme radicali (liberiste) del lavoro e della previdenza, e poi la ripresa.
Lo stesso presidente socialista Hollande avrebbe rassicurato Angela Merkel, nei primi scambi di vedute, sulla tenuta del bilancio. Lasciando i provvedimenti per la ripresa a un secondo momento, e a iniziative non radicali né nuove.
Per mantenere l’indebitamento entro il 3 per cento del Pil, Hollande si appresta a varare dopo le legislative una manovra di 25 miliardi. Con adeguamenti fiscali e ulteriori tagli alla spesa sociale. Solo dopo aprirà con la Germania il dossier del rilancio dell’economia. Ma senza novità incisive. Si parla di Robin Tax, di riallocazione dei fondi strutturali Ue residuati, di potenziamento della Bei, la banca d’investimenti europea, e di project bond, obbligazioni europee “di scopo”, per investimenti nelle infrastrutture: elettronica, energia e trasporti.
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