domenica 3 giugno 2012

Fisco, appalti, abusi – 3

Si esce di casa normalmente tra i lavori pubblici. Che per una coincidenza da sei mesi sono gli stessi: lo scavo di una trincea nel mezzo della strada, e poi la sua ricopertura. Con tre cantieri diversi, di due società, la Italgas e l’Acea. Il primo per posare la nuova conduttura del gas, il secondo per rifare gli allacci dal nuovo tubo alle abitazioni, e il terzo per il nuovo cavo elettrico. Due società private ma in realtà pubbliche, con consigli e dirigenze pletoriche che stanno lì per dividersi gli appalti.

Il manto stradale, nel quartiere e altrove, viene lasciato sconnesso, pieno di buche, polveroso. Il Comune dovrà provvedere, con un altro appalto, a ricostituirlo. Tre appalti per un solo lavoro, più quello per il rifacimento dell’asfalto, sanciscono anche l’inutilità di tante istituzioni pubbliche addette ai controlli. Gli uffici tecnici comunali e, di più, i consigli circoscrizionali. Che hanno un presidente, un vice-presidente e venticinque consiglieri, tutti pagati. Con nessun’altra incombenza che quella di dirigere il traffico dei lavori pubblici. Ma siccome si ritengono pagati poco, dirigono il traffico delle influenze. A caro prezzo, questo.

Roma Capitale si fa corrispondere sulla busta paga la ritenuta per l’addizionale comunale sul 2011, e l’acconto sull’addizionale comunale per il 2012. E l’anno venturo cosa farà? Dopo aver (quasi) raddoppiato la nettezza urbana, e (quasi) raddoppiato il trasporto pubblico, soprattutto gli abbonamenti. Ma è inutile parlare male di Roma, altrove è peggio.

I Comuni toscani, Firenze in testa,con Siena e il grossetano, non vogliono rinunciare all’ex Ici. Siccome con l’Imu metà della tassa se la prende lo Stato, hanno aumentato l’aliquota al 9,99 10 per mille. Naturalmente sulle seconde case, sulle prime non hanno libertà di aliquota, almeno per quest’anno. Ma la Toscana è la regione delle seconde case. Spesso di forestieri.

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