Partendo dalle intromissioni della compagna di Hollande nella politica francese “Le Nouvel Observateur” dell’altra settimana imbastisce un’inchiesta sulle giornaliste amanti o seconde e terze mogli di uomini politici. Non sono molte per la verità, anche se tutte s’intromettono, da Anne Sinclair (Strauss Kahn) alla terza o quarta moglie di Schröder. L’inchiesta si segnala per il tabù che il settimanale rompe, con finta ingenuità: che il redattore o inviato si preferisce donna in certe situazioni, in Parlamento, nella giudiziaria, negli affari, e nei paesi islamici. Dove cioè il mondo è maschile.
Uno. Due: l’idea non è maschilista ma risale e Françoise Giroud, pia femminista, la grande giornalista dell’“Express” che ne fu a lungo anche la responsabile. “Voleva che si creasse empatia con gli interlocutori”, spiega una giornalista avviata al mestiere da Giroud, “e con i maschi in età pensava che una ragazza giovane avesse più possibilità”. La stessa ricorda: “Andai la prima volta alla Camera, a 22 anni, in minigonna all’inguine e stivali bianchi”. Non dice se l’empatia funzionò, solo che oggi se ne vergogna. Perché sono passati quarant’anni?
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