mercoledì 20 giugno 2012

L’Angela disgustata in Calabria

Il ritorno al paese è indigesto per Angela Bubba, tutto le va storto. Anche il viaggio in pullman dalla Tiburtina invece che in treno, che dice di prediligere – fa arcaico? Non salva nessuno, madri, figli, conoscenti. Qui non è questione di ‘ndrangheta, burocrazia, abusivismo di necessità, in riva al mare, in cima al colle, in coppa al vicino. È una normalità impossibile - per la scrittrice, bene o male ci sono ancora calabresi in Calabria (che si lamentano, ma non è un reato).
Il malumore si estende al blurb editoriale: “Benvenuti in Calabria, paese di Spartani e Africani sfrattati, delle arance di sangue e dei corpi dimenticati. Il paese delle badanti e dei raccoglitori stranieri, il luogo dei morti bianchi e dei morti neri. Benvenuti nel paese della solitudine. Nel posto della ‘ndrangheta e dell’anonimato, delle strade d’arsenico e del passato affondato. Nella terra degli ospedali assassini e dello Stato invisibile, e dove nessuno sembra poter arrivare. Dove tutto si può dimenticare. Benvenuti in una disperazione bianca, nel paese che non ha più miti…”. È un invito a non comprare? Su un concentrato d’inversioni. La Calabria è l’unico posto dove il mito vive, benché non storiografato né interpretato: nel linguaggio, nei gesti, nei tempi, nei culti molto, nelle forme reali. Dove la socievolezza è sconfinata e perfino invadente – cápita di dover parlare, discutere e rendere conto in Calabria in dieci giorni più che in un anno a Milano. Dove le arance sono semmai bionde, “biondo di Calabria” - tiene fino a giugno. Le strade d’arsenico (asfalto?) sono solo in Calabria? E gli “Spartani” non saranno Bruzi residuali, sfibrati, in un matriarcheo epizefirico?
Forse per l’ira, trascura pure gli arcaismi, le invenzioni linguistiche, le archeologie, di cui testimoniano Brunella Schisa o Paolo Giordano nella fascetta promozionale. C’erano in “La casa”, l’altro libro della scrittrice, come adattamento del sicilianese di Camilleri – che però concorre a un plot, a un’atmosfera, è partecipativo (includente) e non ostativo (escludente).
Angela Bubba, MaliNati, Rizzoli, pp. 373 € 17

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