“Folklore locale” dice Marchionne sprezzante la giudice Baroncini che instaura l’obbligo delle assunzioni dei lavoratori pro quota tra i sindacati. Fa male, tutti i giudici lo azzanneranno, ma è invidiabile: poter fare a meno di questa Italia.
Si vara a colpi di fiducia una “riforma del lavoro”, che lo “liberalizza”, mentre si stabilisce che le assunzioni sono pro quota dei sindacati.
Non passa giorno che Fiorenza Sarzanini non attacchi il Vaticano e Bertone con le agende, vere o presunte, di Gotti Tedeschi. Solo Sarzanini, solo il “Corriere della sera”.
Non c’entra nulla naturalmente l’“industriale della sanità” Rotelli, il maggiore azionista del giornale, che da Gotti Tedeschi ha avuto il San Raffaele, una miniera, a prezzi d’affezione.
Chi avesse visto la sintesi di Rai 1 a mezzanotte di giovedì e non la partita Italia-Germania, avrebbe visto una Germania sempre nell’area di porta italiana, mentre l’Italia ha attaccato con più continuità e ha avuto più occasioni da gol. Hanno il complesso del vinto?
Due cronache locali in Toscana, non per ridere. Un tunisino è sotto processo a Monsummano Terme da un anno per essersi intascato al supermercato l’euro del carrello che era andato a riporre per conto di una gentildonna. Si procederà a un “confronto all’americana”.
Ad Arezzo un processo è in corso da cinque anni tra due pachistani, l’uno di quali accusa l’altro di essersi appropriato un oggetto dal suo banco, forse una visiera, forse un paio d’occhiali. Si sono tenute una dozzina di udienze, con gli interpreti.
Pagnoncelli dice che Montezemolo da solo “vale” il 20 per cento del voto. Con Passera e Cancellieri il 25. Con Casini e Fini il 30 e passa. Questo è possibile: Casini e Fini sono al 5 per cento. Ma l’altro 25 per cento?
“Non resisto alla possibilità di una rapina. Cerca su Google la rapina al Palatino, sono io”. Si è così arrivati alla scoperta dei rapinatori, che un anno fa qualche mese razziarono l’incasso del sito archeologico, 30 mila euro – e del loro basista, il lavoratore “socialmente utile” del sito stesso. Per la tentazione di internet. A volte le intercettazioni spiegano anche la verità.
“Così si eliminano gli sprechi”, annuncia Giarda dopo accurato screening dei “consigli di 135 mila cittadini”. Tagliare le auto blu, ridurre le telefonate (ma non si risparmia), controllare l’assenteismo dei concorrenti… Giarda ghigna sempre. con l’aria di prenderci per i fondelli.
Il governo Monti ha battuto con le e-mail le “telefonate al governo” di Rumor nel 1974, contro gli aumenti dei prezzi. Allora, malgrado le telefonate, l’inflazione salì al 25 per cento. Ora, quanto è costato lo screening di tutti quei 135 mila parolai?
Stefano Zamagni, teorico del “civile”, è furente contro il governo: questa “politica del privato” è molto pericolosa, dice al “Corriere della sera”, perché prepara la strada “alle invidie, alle gelosie, alle delazioni. In una parola, al populismo con tutto quel che comporta”. Non aggiunge che più spesso sono i mediocri e i vili che se ne avvalgono.
Il professore è teorico del Terzo settore:, dei “sette milioni di italiani iscritti a un’associazione: le Acli, L’Arci, Wvf, Legambiente, Avis…. le Onlus”. Ma non dice quanto ci costano le Onlus, per progetti socialmente disutili.
“Abbiamo pronti 12 miliardi per gli aeroporti”, annuncia Benetton. Ha subito imparato da Passera e Monti, 80 miliardi qua, 130 là. O è il nuovo galateo della stampa, bersi gli annunci? “Abbiamo 20 miliardi per Autostrade”, aggiunge Benetton. Ma questi li spende, insomma li mette in lista, solo se gli aumentano i pedaggi.
Il Quirinale sa che alcune Procure giostrano a fini inconfessabili sulla trattativa Stato-Mafia. Lo sa il presidente Napolitano, presidente del Csm, e lo sa il suo consigliere Dì’Ambrosio, delegato del presidente al Csm. Ma niente cambia.
La giustizia come ludibrio comincia nell’incapacità della politica: intercettazioni, confronti, verbalizzazioni mutile e, direbbe il Presidente della repubblica, “manipolate”.
Le giudici del processo milanese a Berlusconi prosseneta si fanno sfilare “attricette” in sollucchero per la tribuna, mai avrebbero immaginato tanta gratuita pubblicità, che fa bene al commercio. Che si sfrenano perciò nella fantasia, anche se sanno immaginare solo una cosa. Non le incriminano come dovrebbero, per falsa testimonianza. Le invidiano?
Può darsi che la giudice Baroncini difenda la libertà imponendo alla Fiat di assumere un centinaio di operai a Pomigliano. Ma perché l’8,75 per cento di tutti i lavoratori? E perché questo 8,75 per cento dev’essere Cgil?
Bisognerebbe imporre ai giudici un tirocinio in fabbrica. Anche in un ufficio, dove si lavori.
Susanna Camusso fa causa dappertutto alla Fiat, che pure non ha licenziato nessuno, mentre si accorda a Firenze per dimezzare gli effettivi del Maggio Musicale. Lei è del partito del giovane Renzi?
“Repubblica” stigmatizza su più pagine la follia di Berlusconi che ripropone la lira. Poi scova un non altrimenti noto professore svizzero per spiegare che, se salta l’euro, chi ci rimette è la Germania. Poi dice che Berlusconi vince le elezioni.
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