Ferruccio de Bortoli si fa infine dire dal governatore della Banca d’Italia Visco le tre verità della crisi. Lo spread esagerato è “come se la Germania ricevesse un sussidio dagli investitori internazionali”. Logico che non se ne privi. Ma “ciò crea una grave forza centrifuga nell’area dell’euro”: più spread più spread, è un circolo vizioso, il fenomeno si autoalimenta, la Germania gongola, e non ringrazia. Il secondo punto è che se lo Scudo anti-spread “fosse dotato di capacità d’intervento adeguata la sua stessa esistenza aiuterebbe a non usarlo”. È la virtù degli accordi di stabilizzazione: essere convincenti. La stessa che poteva avere, e non ha avuto grazie alla Germania (la cancelliera ripetutamente, la Bundesbank solennemente), il Fondo o Meccanismo di stabilizzazione. C’è infine “un altro luogo comune da sfatare, che sia la Germania a pagare per tutti. Un falso”. Il prudentissimo Visco non può qui usare mezzi termini: A fine anno saranno stati versati dall’Italia (per i salvataggi) circa 45 miliardi di euro, e non ci si è agitati tanto. La Finlandia, che pesa per meno del 2 per cento, si è fatta sentire di più”.
Non fosse un dramma, si sarebbe tentati dall’urlo di Zavattini: “la veritàaaa”. Infine. Su cose che tutti sanno, e in privato si dicono. Resta da sapere perché in Italia questi argomenti non hanno corso corrente. Per fede europeista? Non ci crede più nessuno. Per ignoranza? Impossibile. Per sudditanza? Solo psicologica? È possibile: la psicologia sociale è uno zoccolo duro, durissimo nei pregiudizi, e il Nord è giusto e saggio, oltre che buono-e-bello, e imbattibile.
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