Forse per fair play, avendo la squadra italiana di calcio sconfitto la Germania, si moltiplicano dopo la prima sorpresa del vertice europeo i commenti in Italia a favore della Germania. E di Angela Merkel. Il più sbalorditivo si deve oggi al “Sole 24 Ore” in prima pagina, “Perché la vincitrice è Angela Merkel”, un titolo sotto il quale Roberto Perotti argomenta punto per punto le decisioni del vertice in modo che esse risultino “tutto ciò che Angela voleva”. Senza mai dire l’essenziale.
La ricetta tedesca – bilanci in ordine – è in realtà la ricetta di tutti. Quello che la Germania di suo ha fatto in questo anno e mezzo abbondante è: 1) impedire il salvataggio della Grecia, dopo averlo concordato, 2) costringere l’Italia a indebitarsi, pur avendo i bilanci in ordine, dopo i due decreti Tremonti e la manovra Monti di novembre, con la serie ininterrotta di annunci negativi di Angela Merkel, l’ultima raffica (tre in cinque giorni) la settimana scorsa.
Che pensarne? Che al “Sole” non sappiano l’effetto annuncio sui mercati monetari? Improbabile. Che a “Milano” (la speculazione) non stia bene la stabilizzazione dell’euro che si preannuncia? È possibile. Ma che uno dei migliori giornali non sappia che l’euro non è una partita di pallone ma il timone di una nazione, sia pure aggrovigliata come è l’Europa, questo è l’indicatore vero della crisi. Che è di sostanza – di conti in (dis)ordine – ma anche di informazione. Sempre tossica, al meglio superficiale. Altro esito che, purtroppo, dobbiamo alla Germania – volendosi documentare non è difficile, basta andare oline sui giornali tedeschi (qualcuno diffonde i suoi orridi argomenti anche in inglese).
Sarà la sindrome dell’Europeo, il torneo di calcio, ma in Europa non si ragiona che in termini di “uno contro l’altro”. E questo lo dobbiamo al governo tedesco. Ad Angela Merkel e ai suoi facinorosi consiglieri banco-monetari, Stark e Weidmann – di fronte a un perplesso Schaüble.
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