Angela Merkel scopre Monti, dopo nove mesi che lo pratica, e gli dà la sufficienza. La crisi è passata, non c’è da preoccuparsi. L’Italia comunque è eccezionale: ce l’ha fatta e ce la farà. Tutto vero: Monti è da sufficienza, il rischio per l’euro è scongiurato, l’Italia non può fallire. Ma il tutto è riscoperto per caso, in occasione di un viaggio all’estero di Monti, non ha nulla a che vedere con la realtà, che resta grave e minacciosa, e solo indica che Monti è il candidato delle banche, di De Benedetti e Caltagirone, e dei loro giornali, al dopo-Monti.
Si prendano i titoli del “Messaggero”. “Merkel promuove Monti: con le riforme spread in calo”. Mentre paghiamo le “riforme” da otto mesi e lo spread è sempre altissimo. “Berlino e gli altri partner si fidano e sperano in un bis nel 2013”. Un bis di nuove tasse e recessione? begli amici. E finalmente la verità: “Il premier guadagna tempo e frena il nervosismo dei partiti”. Mentre un po’ di dramma è ancora necessario: che lo spread sui titoli tedeschi sia a 45 punti, come otto anni fa, o a 450 non è indifferente, e anzi implica che il debito pubblico non si possa in nessun modo ridurre, dovendosi pagare interessi alti - molto più alti che in Germania.
Inoltre, fermo restando che l’Italia senza la Germania non va in nessun posto, se non al fallimento, bisognerebbe ribadire che la crisi giova alla Germania. Che infatti la alimenta. Non tutti i giorni, una volta ogni settimana, o ogni due: quando i mercati, stanchi di speculare, si convincono della stabilità, la Germania li rimette in allarme. Intervegono allora a turno, per alimentare i fuochi, l'Ifo di Monaco, la Bundesbank, e la Democrazia Cristiana bavarese, il terzo pilastro del governo - il primo e inconetstato di una regione che si èarricchita col Lombardo-Veneto, ma si diverte soprattutto a criticare l'Italia.
Non potrebbe Milano, che ne ha esperienza, recuperare gli untori? Non della crisi, che non ne ha bisogno, ma della non-gestione della crisi, che ne è ormai la vera causa: gente che scriva sui muri che rischiamo il fallimento per l’insipienza dei pochi?
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