Molto sdegno nei giornali per le condanne in appello del tribunale del calcio - perfino i fiancheggiatori “Messaggero” e “Corriere dello Sport” non possono non meravigliarsene, fiancheggiatori di Abete & Petrucci: per le assoluzioni più che per le condanne, e per il modo come le condanne sono state decise e presentate. Ma il peggio non è stato detto.
Che lo sport è amministrato dal sottobosco politico. Che i tribunali sportivi sono di avvocati. Compreso il famigerato Piero Sandulli, che fa il professore a Teramo, ma di più fa l’avvocato e l’assessore di complemento, di Rutelli et al., e soprattutto è “nipote di”. Uno che non sta nella pelle per andare sui giornali per aver condannato la Juventus – “il potere”: gli avvocaticchi si vogliono eroi della resistenza. Che tutti questi “giudici” si sono coalizzati per scalzare il Procuratore Palazzi, per liberarne l’ambitissima poltrona. Che Camilli e il Grosseto sono stati salvati per obbedienza massonica. Che il Siena viene salvato perché i Mezzaroma sono della cricca romana. Che a Conte, togli e metti, danno sempre dieci mesi per fargli saltare tutta la Champions League. E soprattutto che Milan-Inter, il sistema di influenze che regge la Figc tramite il nulla che si chiama Abete, è infuriato.
Il sistema è infuriato contro “i cretini”, come vengono benevolmente chiamati Abete & Co.: 1) gli avvocati-giudici hanno creato un monumento alla Juventus, Conte o non Conte, 2) Artico e Sandulli hanno aperto un’autostrada a un ricorso costituzionale contro le loro sentenze goliardiche, in spregio a ogni garanzia giurisdizionale, 3) il padronaggio assoluto andrà ora compartito, nella dissoluzione del sistema romano Petrucci-Abete: 4) andrà già compartita la nomina dei successori di Palazzi e Abete.
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