martedì 7 agosto 2012

Il contratto sociale è morto

Un argomentato “Ribellarsi è giusto” - Dio non c’entra, è aneddotico. È la violenza che approda al femminismo. Ci mancava e Luisa Muraro riempie la lacuna. Non per scelta, per ovviare “alla morte della responsabilità politica”, ma il fatto c’è. Ce ne vuole. Un po’, il “quanto basta” del(la?) farmacista, come “forza della consapevolezza”. Per rompere la bonaccia sul tabù liberista che ci sta consumando, una forma di potere distruttivo. Una violenza sottintesa, come una riserva, che la filosofa trae da una scritta murale, “Dio è violent”, dove la vocale finale è stata sbiancata, come per eliminare il genere della divinità, e fatta seguire da “e mi molesta”.
Argomento non nuovo, da ultimo con l’“uomo rivoltato” di Camus, la “disobbedienza civile” di Arendt, il “partigiano” di Jünger – prima del novantacinquenne Ottolenghi. Anche tautologico. “Ciò che nella cultura postmoderna contribuisce maggiormente al potere del potere è la voglia di avere successo in prima persona”. Ma “il desiderio di protagonismo potrebbe essere il nostro punto di forza”. Se “si traduce in politica”. E c’è anche, ancora, la “virilità”. Il meglio è negli interstizi, nei lampi che attraversano l’assunto.
Dio, per cominciare. Non si nomina mai invano: il vezzo “di tirare in ballo Dio non ci fa uscire necessariamente dal razionale, anzi certe volte è il contrario: c’è infatti una ultragenerosità razionale di Dio, se così posso esprimermi”. Ottima espressione. La guerra giusta o umanitaria che funziona al rovescio: per evitare la guerra in Libia non si sono spesi nemmeno cinque minuti di lavoro diplomatico, “una novità… che suona come una campana a morto per il diritto internazionale”. E la fine del contratto sociale? “Il contratto sociale è un’idea morta. La storia ha voltato pagina”. Non che ci sia stato. Si dava a credere che ci fosse, e oggi questo non è più consentito: “Il contratto sociale è un racconto inventato all’inizio dell’età moderna per dare un fondamento laico (invece che religioso) alla umana convivenza e giustificare, senza fare ricordo a Dio, lo stato dei rapporti di forza tra uomini e donne, ricchi e poveri, stranieri e cittadini. Siamo animali simbolici e c’è bisogno di racconti; questo era un racconto ben trovato e ha funzionato”. Ora è “diventato indegno di credito” - nello sbriciolamento della Auctoritas, avrebbero detto Alessandro Passerin d’Enrtrèves e Hannah Arendt.
Luisa Muraro, Dio è violent, Nottetempo, pp. 75 € 6

Nessun commento:

Posta un commento