Ce n’è per tutti, la stupidità è, come la peste, contagiosa. Fruttero e Lucentini dicono il cretino soprattutto imperturbabile, un Napoleone solitario, in campo aperto, senza alcuna considerazione del nemico. Ma è tra noi. Nella superstizione, e nel rifiuto della superstizione. Nella Crisi, di Coppia, del Traffico, della Sinistra, della Fiducia, della Credibilità, Occupazionale e della Rai, delle Vocazioni Religiose, dell’Editoria, dei Servizi Segreti, del Romanzo, della Giustizia. Nella speculazione in Toscana che si può fare se in accordo col Pci-Pds e col clero, “i due pulpiti che più volentieri tuonano contro l’egoismo, il profitto, il mercato, la speculazione e via pontificando”. Con un barone rosé che è molto Umberto Eco. Fruttero e Lucentini di divertono ancora, il lettore pure.
Una serie di divagazioni già ripubblicate in tre volumi separati e in uno di sintesi, che si rieditano riattuali, nulla si può dire perduto in trent’anni. Fulminante l’apologo in tempo reale di Mani Pulite, dove il discorso sulla carrozza del re, attorno alla quale tutti “mangiano”, si allarga ai falsi invalidi, i falsi forestali, i bidelli assenteisti, i ferrovieri, gli infermieri, gli operatori culturali, gli insegnanti, gli impiegati postali “sparsi neghittosamente in ogni anfratto della Penisola”, intollerabilmente.
Carlo Fruttero, Franco Lucentini, Il cretino, Oscar pp. 933 € 13
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